Musician / Digital Artist

Sönke Meinen – Spark (review)

07 Lug 2024 - - Recensioni

Sönke Meinen - Spark

Sönke Meinen è un giovane ed eccezionale chitarrista tedesco. Con la sua bravura fuori dal comune, ci ricorda come la chitarra, spesso legata al solismo, sia invece uno strumento complesso e multiforme, in grado di creare in autonomia interi brani completi di tutte le parti, senza timori di essere seconda rispetto alla ricchezza armonica e compositiva che può dare un pianoforte.

In questo suo album del 2022, Meinen ci accompagna in un viaggio dai sapori popolari, ritmati ma allo stesso tempo ricchi e dettagliati.

Bravissimo, a dir poco.

Mekong Delta – The Principle Of Doubt (review)

02 Lug 2024 - - Recensioni

Mekong Delta The Principle Of Doubt

Band tedesca estremamente sottovalutata da collocare in quell’isolato filone nato e morto a cavallo tra la fine degli anni 80 e i primi anni del decennio successivo chiamato dalla critica “techno thrash” in cui collocherei anche band come Sieges Even, Watchtower, Confessor e Toxic.

Del succitato manipolo, forse i Mekong Delta sono i meno pirotecnici ma decisamente i più originali. Lo si intuisce dalle partiture di questo album, il terzo della loro produzione, datato 1989.

Suoni stranissimi anche per l’epoca, melodie e riff in perenne dissonanza che sembrano suonati da dei robot di plastica, arrangiamenti fantascientifici con vari cameo di strumenti dai suoni bizzarri. Una voce che sembra sempre poco incline a seguire le partiture dei suoi colleghi. Immaginate il tutto innestato su un riffing figlio del thrash più intransigente di quegli anni e otterrete un accenno di idea della proposta musicale di questi folli tedeschi.

Ghost – Impera (review)

01 Lug 2024 - - Recensioni

Ghost Impera

Ultimo full length a oggi per lo svedese Tobias Forge, noto sotto il moniker di Ghost.

Questa band, se così si può definire, non ha bisogno di grosse presentazioni. Il genere proposto, anche in questo lavoro, è un rock pop a tratti metal, molto teatrale, estremamente curato negli arrangiamenti. Le tematiche dei testi sono le stesse che troviamo fim dai primi lavori: una sorta di dark, ma edulcorato affinché il popolo medio possa friurne senza impensierirsi.

Anche la musica sembra sempre studiata a tavolino, tanta la perfezione e la qualità di quel che si sente.

In generale, nulla di nuovo sotto il sole per i Ghost, ma l’ennesimo album dalla qualità pazzesca che si colloca in quel sottile territorio che lo renderà indigesto al metallaro più intransigente e allo stesso tempo farà sentire trasgressivo e oscuro anche chi trova pesante un semplice brano rock.

Haunted Shores – Void (review)

25 Giu 2024 - - Recensioni

Haunted Shores Void

Side project dei chitarristi dei Periphery, Misha Mansoor e Mark Holcomb. Death prog strumentale molto articolato e zeppo di blast, di atmosfere a base di accordi, di caustici breakdowns.

Insomma, ritroviamo un po’ tutti gli elementi chitarristici che hanno reso popolari i due axemen autori di questo progetto.

Il sound è moderno e ottimamente prodotto come ci si aspetta da musicisti di tale spessore per il genere. In svariate occasioni, forse per l’intenso uso dei blast beat e di accordi dissonanti, mi è venuta in mente la produzione di Ihsahn degli Emperor.

La batteria sembra programmata stando alle dinamiche, ma gli intrecci delle chitarre sono assolutamente da sentire, soprattutto per chi non conosce molto quella moderna branca del metal chiamata djent.

Hath – All That Was Promised – review

23 Giu 2024 - - Recensioni

Hath All That Was Promised

Band statunitense che propone del death atmosferico molto ben fatto, bello spesso, articolato, con una buona produzione.

Sicuramente non brillano per originalità (a mio avviso Morbid Angel e Hypocrisy si sentono spesso, specie per quanto riguarda gli arrangiamenti della sezione ritmica), ma le atmosfere che gli Hath riescono a creare grazie agli interessanti intrecci chitarristici (con intenso e attento uso di dissonanze e armonizzazioni particolari) e al sapiente uso dei riverberi ci trasportano per tutti i 51 minti di questo album in un inferno oscuro e medioevale dove l’ascoltatore viene trafitto da possenti e acuminate lame.

Sanhedrin – Lights On

19 Giu 2024 - - Recensioni

Sanhedrin Lights On

Power trio Newyorkese capitanato dalla cantante/bassista Erica Stoltz che propone dell’ottimo heavy metal di stampo squisitamente anni 80. A tratti si sentono forti influenze di Iron Maiden, Scorpions e Saxon che i nostri sanno sfruttare per comporre dei brani semplici ed accattivanti che faranno felici i cultori del genere.

Niente per cui gridare al miracolo, ma sicuramente efficaci e piacevoli.

Goldenseed – The Years Of Obscurity

26 Mag 2023 - - Autoproduzioni,Discografia

Goldenseed The Years Of Obscurity

Sesto album della saga Goldenseed, scritto nel 2022 e pubblicato nel 2023.

L’idea iniziale era quella di ricalcare un po’ lo stile dei Karnak (band in cui ho militato dal 1993 aal 2010) nel loro periodo più prog, in cui si mescolava death metal tecnico con oscure atmosfere mutuate dal prog italiano anni 70, grazie alla collaborazione con Marco Colella, geniale pianista nostrano.

Nello stesso periodo stavo iniziando a sperimentare, grazie all’intelligenza artificiale, la creazione di immagini volutamente horrorifiche e deviate. I brani di questo album prendono proprio spunto da alcune di queste opere figurative e cercano di descrivere con musica e testi le sensazioni visive da esse evocate.

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Recensioni

Seitenkult (8/10)
Transcending The Mundane

Celtic Hills – Huldufólk

02 Apr 2022 - - Collaborazioni,Discografia

Celtic Hills Huldufólk

Conosco Johnathan Vanderbilt da parecchi anni e ne ho sempre apprezzato la passione e la costanza che mette nei suoi lavori musicali.

Con piacere ho partecipato come ospite con degli assoli di chitarra nei brani “Green Forest” e “Gates Of Hollow Earth” inclusi in questo lavoro dei suoi Celtic Hills.

Il genere proposto è etichettabile come symphonic power metal, di cui questo Huldufólk ne prende a piene mani gli stilemi principali. I brani sono accattivanti e mai banali, con un sacco di cori da cantare a squarciagola e roboanti cavalcate heavy.

La produzione è stata affidata a Michele Guaitoli, frontman di validissime band come Temperance e Visions Of Atlantis.

Ibanez RG8 mancina

14 Nov 2021 - - Strumenti

Ibanez RG8 Left Handed

Ho comprato questa chitarra nel 2015, dopo essermi pentito di aver venduto la precedente Ibanez RG7420 e approfittando del fatto che in quel periodo era disponibile anche la versione mancina. Dopotutto, nessuno può definirsi chitarrista metal se non ha almeno un’Ibanez nel suo arsenale.

Come tutte le Ibanez di fascia bassa, le sue caratteristiche principali sono spartanità e solidità. Pochi controlli e pochi fronzoli, ma tutto pronto all’uso. Come tutte le altre chitarre del marchio Giapponese, la peculiarità saliente è sicuramente il manico, a profilo bassissimo e con un’impugnatura che non ha eguali (almeno per chi scrive) nemmeno in marchi e fasce di prezzo parecchio più elevate.

Col suo ponte fisso è impossibile perdere l’accordatura anche andandoci giù pesante con breakdown djentosi e possenti cavalcate power.

Ricordo che la chitarra arrivò accordata di fabbrica un semitono sotto lo standard, cosa alquanto inusuale. Tuttavia come per tutti miei strumenti, l’accordatura finale da me adottata è un tono pieno sotto lo standard, come faccio da anni su tutti le mie chitarre e bassi.

Con quest’ascia ho fatto diversi live e si è sempre dimostrata un’ottima bestia da soma, mai avuto un minimo problema. Inoltre, per quel che costa, anche se in qualche saliscendi dal palco si becca qualche botta amen, confermando a maggior ragione la sua spiccata attitudine live.

Certo, l’economicità la si vede dal punto di vista sonoro. Già da spenta, le note sulle due corde più gravi (l’ottava in particolare) suonano come fossero prodotte da dei pezzi di gomma. Anche con una muta di corde nuove, una plettrata sull’ottava corda a vuoto produce un suono che onomatopeicamente potremmo rendere con “plop” o “splat”. Stesso dicasi andando ad esplorare le medesime corde su tasti più alti lungo il manico.

Anche amplificata, i plasticosi pickup Ibanez non faranno felici i djenter più smaliziati, che probabilmente li rimpiazzeranno a tempo di record. In totale controtendenza, ho tenuto i pickup stock, per ora.

Considerando però il costo dello strumento e la sensazione di padronanza che solo un manico Ibanez può dare, è una chitarra che consiglio a tutti, e la ricomprerei altre mille volte.

Video

Immagini

Dove acquistare

Questo modello (mancina e nera) non è più in produzione.

Al momento la Ibanez produce solo il modello destro standard in colore bianco [vedi sito ufficiale Ibanez]

Goldenseed – Illness

16 Ott 2021 - - Autoproduzioni,Discografia

Goldenseed Illness

Questo album, scritto inizialmente nel 2017 e pubblicato poi nel 2020, doveva essere il secondo album dei Born Again.

Per varie ragioni, le attività della band non stavano proseguendo ormai da qualche anno, e avendo questi 10 brani come midi track per le registrazioni dell’album, ho deciso a un certo punto di dar loro una forma concreta trasformandoli nel quinto capitolo del mio progetto solista Goldenseed.

Ho registrato questo album in pieno lockdown per il Covid-19, quindi quale migliore occasione di scegliere come tematica per i testi virus, bacilli e malattie varie? Ogni brano descrive quindi gli orrori e i più terribili sintomi di dieci tra le peggiori epidemie che abbiano mai colpito il genere umano nella storia, con tanto di dettagli a volte raccapriccianti.

Come gli altri miei lavori solisti, ho suonato, cantato (parola grossa) e registrato tutte le parti.

Recensioni

Metal Archives (92 / 100)

Metal Brothers (7,25 / 10)